Dreaming of the lake

Dreaming of the lake

C’era un lago.

Quello lì, quello che «volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti».

E c’era una barca, che fendeva il blu, rompendo il paesaggio altero riflesso sotto di noi, mischiandone i colori insieme alle nostre emozioni.

E c’erano i nostri capelli, che frusciavano, spettinati da un vento che spingeva alle nostre spalle soggezione e incertezze, e ci raccontava l’incipit di quella che sarebbe stata l’avventura di 15 donne sul Lago di Como.

Sotto un maestoso cielo marzolino palpitante d’azzurro, palpitava anche il mio cuore. Ho girato il mondo, ho visto posti meravigliosi ma non dimenticherò mai questa tre giorni.

“Dreaming of the lake” è stato evento splendido, mai realizzato prima. E, per la prima volta, ho potuto godermi da ospite (e non da organizzatrice) un’esperienza da sogno.

L’ha voluto una donna che stimo in modo incondizionato, Andrea Naar Alba, giovane event planner, come me.

Ha chiamato a raccolta le 15 wedding planner italiane più talentuose (un onore, per me, parteciparvi) per ragionare di wedding, di Italy Inspires, di bellezza e di sogni, con sguardo lucido e pragmatico.

Come piace a me, che, nel mio piccolo, ho provato a dare gambe salde ad un sogno, il mio, con la razionalità concreta di un ingegnere meccanico.

Ho trascorso tre giornate intensissime.

Ci siamo cimentate in un corso di cucina e di degustazione vini e vissuto un’esperienza incredibile da Mantero seta, dove abbiamo realizzato un foulard.

Ho riflettuto e imparato molte cose nuove.

È stato bello poter condividere con altre dubbi, incertezze, difficoltà.

Perché ho capito, abbiamo capito, che sono gli stessi per tutte. Per me, che vivo e lavoro prevalentemente in Puglia, come per chi lo fa in Lombardia.

Ognuna di noi ha potuto apprendere qualcosa dalle altre, abbiamo creato coesione su diversi temi, e messo le basi per dar vita ad una associazione che tuteli la nostra professione, a livello nazionale.

Mentre ci riempivamo gli occhi di meraviglie – perché il Grand Hotel Tremezzo è davvero il simbolo dell’eccellenza dell’ospitalità italiana – abbiamo intrecciato le nostre esperienze e ciò che ne è venuto fuori è sicuramente l’importanza di non smettere mai di formarci, ognuno rispetto alle peculiarità della propria appartenenza, perché l’Italia è unica e favolosa propio per la sua diversità, per la quantità di meraviglie paesaggistiche e monumentali che nessun altro paese al mondo possiede, per la nostra ricchezza culturale ed artistica, per l’eccellenza enogastronomica. Aspetti tutti da valorizzare, elementi che hanno da sempre il potere di sedurre gli stranieri.

Sono tornata a casa con uno zaino molto più pesante di come era alla partenza, colmo di ambizioni e desideri nuovi.

 

 

 

Ringrazio Andrea e le mie colleghe, Monica Balli, Giorgia Fantin Borghi, Sara Carboni, Alice Fognani, Anna Frascisco, Silvia Galli, Cira Lombardo, Sara Pietrelli, Monia Re, Roberta Torresan e Alessia Santa.

Questa storia ha avuto inizio sul lago di Como ma i suoi capitoli sono ancora tutti da scrivere.



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